Roma, 15 luglio 2010 – Era atteso da 5 anni e finalmente il Piano nazionale per l’Infanzia e Adolescenza è stato presentato ieri, 14 luglio, all’ Osservatorio nazionale infanzia. Un piano articolato che dovrebbe definire le linee guida di intervento del governo e delle istituzioni a livello centrale e locale per dare piena attuazione ai diritti dei minori stabiliti dalla Convenzione Onu del 1989 ratificata dall’Italia con la legge 176 del 27 maggio 1991.
Fra i punti del Piano l’impegno di estendere la rete dei servizi per la prima infanzia (0-6 anni) al quale tuttavia dovrà necessariamente affiancarsi un impegno di spesa adeguato da parte del governo centrale e locale per sostenere le strutture scolastiche statali e paritarie presenti in questo settore, fra le quali – si ricorda – le 8000 scuole dell’infanzia, 600 sezioni primavera ed i tantissimi nidi della Federazione Italiana Scuole Materne (Fism).
Nel Piano opportunamente si sottolinea anche la centralità della funzione educativa della famiglia, anche se non tutti i bambini nel nostro Paese vivono in un contesto familiare sereno e facilitatore di un loro sviluppo armonico. E’ evidente che il contesto sociale e culturale è profondamente mutato rispetto al 1989, anno in cui è stata approvata la Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e pertanto è necessario avere presenti alcune priorità che vanno emergendo nel nostro paese. Fra queste la presenza di 800mila minori stranieri, molti dei quali non accompagnati. A questi ultimi, in particolare, è necessario dare particolare attenzione per assicurare loro tutti i diritti previsti dalla nostra legislazione – dall’accesso alla scuola al sistema sanitario pubblico – ed adottare tutte le precauzioni per evitare che diventino vittime di odiose forme di sfruttamento.
Nel Piano ci si impegna anche all’istituzione del Garante nazionale per l’infanzia, ma la legge istitutiva, nonostante le ripetute sollecitazioni da parte delle associazioni e il richiamo dello stesso Comitato Onu per l’applicazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia, non è stata ancora approvata.
Infine nel Piano, fra le azioni programmate relative all’”evento nascita”, si ricorda anche “l’effettività del diritto della donna al non riconoscimento del proprio nato ed alla segretezza del parto”. Purtroppo l’ignoranza di questo diritto ha provocato in questi ultimi anni ripetuti casi di abbandono di neonati con conseguenze spesso tragiche. La Fism , nel suo impegno globale al servizio dell’infanzia, ha rilevato la scarsa conoscenza fra le donne soprattutto straniere di questo diritto, e si è fatta promotrice, già alcuni anni fa, di una campagna informativa televisiva nazionale. L’interesse superiore del bambino, enunciato dalla Convenzione Onu, deve prevalere anche in questo ambito su ogni altra considerazione.