La FISM, mentre esprime affetto e vicinanza filiale al Papa Benedetto XVI , rileva con profondo rammarico il permanere nella nostra società di frange pur limitate ma non solo estremiste, incapaci di uscire dal dogmatismo di ideologie che non ammettono il pluralismo, anche se ne riempiono la bocca quando riguarda le proprie opinioni.
L’incapacità di accettare solo l’dea di un confronto è il segno non soltanto di un patetico ritorno al passato, ma soprattutto di paura del futuro: una società civile si misura sulla capacità di dialogo e non sui veti. Chi si è opposto alla visita del Papa alla Sapienza mostra di avere un’idea dell’università basata sui pregiudizi – assurdi nel caso del Papa che comunque è una delle voci più alte della cultura contemporanea – e non sulla libertà di ricerca e di pensiero.
La FISM , sulla base dell’esperienza quotidiana delle piccole scuole per i piccoli di provenienza culturale, sociale ed anche religiosa diverse, sa quanto arricchisca il confronto , anche difficile, e quanto siano mortificanti l’uniformità ed il pregiudizio. La FISM spera che in futuro non si debbano più vivere giornate così umilianti per la vita democratica del nostro Paese e non ci siano più muri di intolleranza nei confronti di voci così nobili come quella del nostro Papa.