Roma, 27 nov. 2010 – Una scuola dell’infanzia di ispirazione cristiana “ soglia e ponte” per permettere l’incontro tra persone e culture diverse. Se ne è parlato nella prima parte del convegno nazionale della Fism “ La scuola dell’infanzia di ispirazione cristiana tra identità e intercultura” , in svolgimento oggi domani a Roma, presso il Summit Roma Hotel ( via della Stazione Aurelia 99 ), al quale partecipano 120 docenti e dirigenti scolastici provenienti dalla maggior parte delle regioni italiane.
“ La Fism – ha affermato il segretario della Fism Luigi Morgano – è attenta, anche raccogliendo l’invito della Cei, alle nuove frontiere dell’educazione . Le nostre scuole, nonostante tutte le difficoltà economiche che devono affrontare in questo periodo, hanno avviato da tempo, attraverso un coordinamento a livello regionale e nazionale, un cammino di accoglienza del “diverso” , di bambini diversamente abili, di bambini di etnia, religione e cultura diversa”.
“ La società italiana – ha affermato il responsabile del settore pedagogico della Fism Delio Vicentini – sta diventando sempre più multiculturale e il fenomeno migratorio diventa sempre più rilevante per dimensioni e tipologia. In questo contesto l’accoglienza di bambini di altre culture e religioni sta acquistando particolare rilevanza nelle scuole Fism, che non impongono “un’adesione alla fede”, ma non possono rinunciare alla loro identità, proponendo un’educazione che colloca al centro del progetto educativo la persona umana, concepita nella sua integralità, così come richiede un’antropologia che si ispiri espressamente ai contenuti del Vangelo “.
“ Ero forestiero e mi avete accolto…” . Così ha ricordato Don Orioldo Marson , docente dello Studio teologico di Trento, ricordando che dobbiamo confrontarci con la nuova realtà multietnica e multiculturale con il Vangelo in mano e nel cuore. “ L’accoglienza .- ha affermato Marson – è la vocazione attuale delle scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana per ragioni valoriali e non solo formali . D’altra parte il temine “cattolico “significa esso stesso “ universale” e quindi aperto a tutti”.
“ Nel contesto multiculturale in cui viviamo abbiamo davanti a noi una nuova sfida . La nostra identità – ha affermato Sonia Claris , dirigente scolastica – non è più monolitica, ma composita, cioè allo stesso tempo cristiana, cattolica, occidentale, mondiale. Quindi deve essere aperta ad altre identità senza paura di perdere la propria specificità “.
E’ seguito il dibattito con interventi di insegnanti e dirigenti scolastici. I lavori proseguono nel pomeriggio con le relazioni di Carlo Petracca, direttore generale dell’ufficio scolastico regionale della Regione Abruzzo e di Roberto Franchini, docente dell’Università Cattolica di Brescia.