Roma, 13 ottobre 2010 – La libertà di educazione e la parità scolastica necessitano di essere sostenute e promosse non soltanto a parole, ma con politiche ed azioni concrete che le rendano effettive.
Gli organi direttivi della Fism – Federazione Italiana Scuole Materne, riuniti a Roma in data odierna, sottolineano l’urgenza dell’erogazione dei 130 milioni di euro il cui reintegro è stato approvato, solo pochi giorni fa, dalla Conferenza Stato Regioni: ogni ulteriore ritardo accresce le serie difficoltà delle scuole Fism e delle famiglie dei bambini che le frequentano.
Nel frattempo, nella bozza preliminare di Finanziaria per il 2011 sono previsti, per le scuole paritarie – che è bene ricordare fanno parte a pieno titolo del sistema nazionale di istruzione – tagli pari quasi al 50%! Nel caso in cui questi tagli fossero mantenuti, molte scuole dell’infanzia Fism potrebbero essere costrette, loro malgrado, a cessare di fornire il loro pluridecennale servizio pubblico alle rispettive comunità.
“Non possono essere deluse – afferma il Segretario nazionale della Fism Luigi Morgano – le attese dei genitori di 500mila bambini che frequentano le 8.000 scuole Fism presenti in 4.800 comuni italiani: esse rappresentano l’80% delle scuole dell’infanzia non statali. Senza queste scuole lo Stato, se volesse sostituirle, dovrebbe spendere oltre 4 miliardi di euro all’anno soltanto per il personale. Pare superfluo – ma vale ancora il vecchio detto latino “repetita iuvant” –ricordare per l’ennesima volta che un bambino che frequenta la scuola dell’infanzia statale costa allo Stato 6.116 euro all’anno contro i 584 euro – contributo rimasto immutato dal 2001 – per un bambino frequentante una scuola dell’infanzia paritaria.”.
“Bisogna guardare alla parità – prosegue Morgano – come innovazione e risorsa nell’interesse dell’intero sistema scolastico nazionale, in analogia a quanto già avviene per altri servizi pubblici, a partire dal Servizio sanitario nazionale”.
“Quando – conclude Morgano – il nostro Paese compirà, finalmente, il passo che lo collocherà, a tutti gli effetti, anche per il suo sistema scolastico, nell’Unione Europea, che è il territorio civile al quale non possiamo non fare riferimento?”.