Roma, 27 novembre 2010 – Come mettere in pratica l’educazione alla cittadinanza e l’inclusione nella scuola dell’infanzia ? A questa domanda hanno cercato di rispondere i relatori nella seconda sessione del convegno nazionale della Fism “ La scuola dell’infanzia di ispirazione cristiana tra identità e intercultura” in svolgimento oggi e domani a Roma.
“L’educazione alla cittadinanza – ha affermato Carlo Petracca, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Regione Abruzzo – è prevista dalla normativa nazionale e comunitaria e trova il suo fondamento nella dimensione sociale dell’uomo. E’ necessario abituare il bambino sin dalla scuola dell’infanzia al principio di “prospettiva diversa “, cioè a saper leggere un evento, una persona o un luogo da diverse prospettive. Questo significa passare dalla pedagogia del confronto tra posizioni differenti e quindi della multiculturalità alla pedagogia della condivisione e della interculturalità “.
“ L’ educazione nella scuola dell’infanzia – ha affermato Roberto Franchini, docente dell’Università Cattolica di Brescia – non può essere più centrata sull’acquisizione da parte del bambino di competenze prescolari, ma piuttosto focalizzata a far acquisire al bambino una dimensione sociale” . “ Come sottolinea l’Unesco – ha proseguito Franchini – è di importanza cruciale l’educazione precoce per acquisire competenze socio emotive e costruire una società sostenibile. Un bambino “ socio emotivo “ è un bambino interculturale perché entra nell’empatia, è consapevole di sé e rispetta la diversità “.
La scuola italiana – ha concluso Franchini – è formalmente consapevole dell’importanza di queste competenze, ma di fatto l’organizzazione concreta dell’attività educativa non è sempre coerente con questa attenzione dichiarata “.
I lavori del convegno continueranno domani 28 novembre e si concluderanno a fine mattinata.